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11/22/2022
Daniel Wasilewsky
22
Nov
2022
5
5
Great tour loved seeing the cannon
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[{"address":"214 Via Grande,Livorno","location":{"longitudeDelta":0.007301308214664459,"latitudeDelta":0.005283097310446294,"latitude":43.54941399537222,"longitude":10.304758865386248},"media":[{"type":"text","content":"Il monumento dei Quattro mori è un celebre gruppo scultoreo che si innalza in piazza Micheli, a Livorno.\n\nCelebra le vittorie del granduca Ferdinando I de' Medici e dell'Ordine dei cavalieri di Santo Stefano sui corsari barbareschi, che imperversavano e razziavano le coste toscane."},{"metadata":{"width":900,"height":1600},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2F20220117_071633.jpg?alt=media&token=f8373416-6821-4893-a7cb-f97977dcd027"},{"type":"text","content":"Sul finire del XVI secolo, per volontà di Francesco I de' Medici furono avviati i primi lavori per la realizzazione della nuova città fortificata di Livorno, secondo il progetto dell'architetto Bernardo Buontalenti; tuttavia fu Ferdinando I, salito al potere nel 1587, a dare maggior impulso al colossale cantiere, tanto da essere considerato il vero fondatore della città."},{"metadata":{"width":900,"height":1600},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2F20220117_071707.jpg?alt=media&token=bec95f87-8f35-4baa-a962-ed2f79f16fe0"},{"type":"text","content":"Per celebrare questa impresa ed i trionfi riportati contro i corsari barbareschi dall'Ordine dei cavalieri di Santo Stefano, Ferdinando fece erigere un monumento in suo onore. La statua del granduca fu commissionata allo scultore Giovanni Bandini, che la realizzò a Carrara a partire dal 1595, per essere quindi trasportata per mare a Livorno nel 1601. Tuttavia l'imponente monumento restò ai margini della piazza della darsena per ben 16 anni, fino al 1617, quando fu innalzato su un piedistallo alla presenza di Cosimo II de' Medici, succeduto al padre Ferdinando nel 1609.\n\nSuccessivamente, nel 1621 fu dato incarico a Pietro Tacca di completare l'opera di Bandini con l'aggiunta, alla base del piedistallo, di quattro mori incatenati, che lo scultore portò a termine in più riprese, tra il 1623 ed il 1626. Lo stesso Tacca eseguì un gruppo di trofei barbareschi che furono collocati intorno alla statua di Ferdinando, mentre un suo allievo, Taddeo di Michele, realizzò la sommità del piedistallo in marmo. Il monumento avrebbe dovuto essere completato da due fontane con mostri marini, realizzate dal Tacca intorno agli anni trenta del Seicento, che però non giunsero mai a Livorno, ma furono poste in piazza della Santissima Annunziata a Firenze."},{"metadata":{"width":800,"height":1067},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2F800px-Livorno%2C_Monumento_dei_quattro_mori_a_Ferdinando_II_(1626)_-_Foto_Giovanni_Dall'Orto%2C_13-4-2006_01.jpg?alt=media&token=8d6ded54-9e02-4b2c-8385-77a4c67af922"},{"type":"text","content":"Il monumento dei Quattro Mori rischiò tuttavia di essere distrutto durante l'invasione francese di Livorno, nel marzo del 1799; l'esercito transalpino, apparentemente animato da ideali di libertà e uguaglianza sociale o forse per recuperare il bronzo delle statue come in altre occasioni durante le spoliazioni napoleoniche, vedeva nei mori incatenati un simbolo di oppressione e tirannide. Ciò nonostante l'opera riuscì ad essere salvata, ma i soldati francesi la depredarono dei trofei barbareschi"}]},{"address":"Piazza Dell' Unita' D'italia, 1","location":{"longitudeDelta":0.14321712068773834,"latitudeDelta":0.09219986310369421,"latitude":43.55093240997842,"longitude":10.305861672796839},"media":[{"type":"text","content":"Il monumento a Vittorio Emanuele II e, dietro, il Palazzo del Governo"},{"metadata":{"width":900,"height":1600},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2F20220117_072237.jpg?alt=media&token=bed16d28-7b8e-4522-8d72-ad62123ace54"},{"metadata":{"width":900,"height":1600},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2F20220117_072248.jpg?alt=media&token=5e39bc61-c414-48b9-8ccb-61bfe17bea31"}]},{"address":"P.Zza S. Trinit Stazione Marittima,Livorno","location":{"longitudeDelta":0.018854252994060516,"latitudeDelta":0.01364193300646832,"latitude":43.55340993870884,"longitude":10.30314115807414},"media":[{"metadata":{"width":900,"height":1600},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2F20220113_071941.jpg?alt=media&token=8522b291-edbe-4110-934a-0871da1080b8"},{"metadata":{"width":720,"height":1280},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2F186939928_10222476010022155_258021251872925186_n_10222476009982154.jpg?alt=media&token=27eced7d-2aa6-406d-bc7b-bb0169088455"},{"type":"text","content":"Sin da epoche remote la zona della Fortezza Vecchia fu interessata da numerosi insediamenti, dei quali ancor oggi restano alcune testimonianze, quali ad esempio i resti di un abitato di capanne risalenti al passaggio tra l'Età del bronzo e l'Età del ferro, al di sopra dei quali si trova uno strato di reperti di epoca etrusca e romana.[1]\n\nIn età medioevale il nucleo originario della fortezza era costituito da una torre quadrata posta ai margini di Porto Pisano, il grande scalo portuale che si estendeva tra Pisa e l'allora villaggio labronico. Tale manufatto, sia pure sbassato nella sua altezza è ancora visibile. Successivamente, a breve distanza dalla prima, fu innalzata una seconda torre a pianta circolare, che la tradizione vuole costruita per volontà di Matilde di Canossa, pur senza effettivi riscontri storici. Dopo la seconda metà del Trecento le due torri furono unite da una cinta muraria voluta dalla Repubblica di Pisa, la cosiddetta \"Quadratura dei Pisani\" (o \"Rocca Nuova\"), probabilmente in sostituzione di una precedente palizzata lignea."}]},{"address":"3 Viale Caprera,Livorno","location":{"longitudeDelta":0.007859878242015839,"latitudeDelta":0.005686770587296053,"latitude":43.554059389816615,"longitude":10.305462274700403},"media":[{"type":"text","content":"Ti trovi qui:\nHome » Il cuore di Livorno\nMediagallery:\nQuartiere Venezia, Livorno\nIl cuore di Livorno\nUna storia antica e un fascino immortale.\nIl cuore più autentico di Livorno batte qui.\n\n«Le case altissime, dalle facciate tinte di un intonaco biondo, dove il rosa e il verde si confondono, splendono al sole con riflessi d’oro e di verderame, come l’acqua dei canali sparsa di chiazze d’olio. Le persiane hanno il colore delle foglie secche, son pallide e polverose. Un senso di nobiltà un po’ stanca, di libertà popolaresca, è nell’architettura aperta e liscia di queste case, le più belle del Mediterraneo.»\nCurzio Malaparte, Maledetti toscani"},{"metadata":{"width":900,"height":1600},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2F20220113_072610.jpg?alt=media&token=fb4c134a-bb32-436a-b32d-748b1ea6f2cb"},{"type":"text","content":"Realizzato a partire dal 1629, su richiesta dei potenti mercanti che necessitavano di più ampi e comodi fondaci per il commercio, il Quartiere della “Venezia Nuova” è il cuore della città, il vero centro storico di Livorno. Molti dei suoi gioielli architettonici, chiese, ponti, palazzi, sono rimasti miracolosamente indenni anche dopo i bombardamenti e le devastazioni della Seconda guerra mondiale, tanto che il quartiere conserva intatto tutto il suo fascino antico. Grazie ai suoi numerosi ponti e ai suggestivi canali, per edificare i quali si resero indispensabili l’utilizzo di tecniche e manodopera importate dalla laguna veneta, il quartiere fu identificato proprio con il nome di “Venezia Nuova”.\n\nIdeato per facilitare il trasporto delle merci verso il vicino porto, nacque come quartiere a vocazione puramente mercantile e si popolò a breve di facoltosi mercanti i cui eleganti palazzi erano dotati, ai piani più bassi o nelle cantine, di capienti magazzini dai quali le chiatte attraversavano i canali facendo la spola tra i mercantili ormeggiati in porto."}]},{"address":"2 Viale Caprera,Livorno","location":{"longitudeDelta":0.007859878242015839,"latitudeDelta":0.00568669214636941,"latitude":43.554890628408494,"longitude":10.306758116930723},"media":[{"metadata":{"width":900,"height":1600},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2F20220113_073055.jpg?alt=media&token=eba794e8-e5df-4871-8dc0-08301f4c8a8e"},{"type":"text","content":"I Bottini dell'olio furono eretti nel 1705 in un'area ancora non urbanizzata della Venezia Nuova, tra il Forte San Pietro ed il Canale dei Navicelli. Pochi decenni dopo, nel 1731, l'edificio fu ingrandito sotto la direzione di Giovanni del Fantasia e su disegno di Antonio Foggini.\n\nSuccessivamente, con la costruzione di alcuni magazzini privati, i Bottini persero la loro importanza e furono utilizzati come deposito di determinati generi alimentari. Inoltre, sul finire del XIX secolo, con l'interramento del vicino Canale dei Navicelli (attuale viale Caprera), la struttura fu privata di un collegamento diretto con il porto.\n\nDurante la seconda guerra mondiale l'immobile fu danneggiato ed in seguito adibito al ricovero dei senzatetto; parallelamente, nel dopoguerra fu completamente isolato ad ovest per l'abbattimento delle adiacenti Case Pie, ad esclusione della piccola chiesa dell'Assunzione e di San Giuseppe. L'edificio è stato restaurato una prima volta negli anni ottanta del Novecento ed in seguito divenne sede di una sezione della Biblioteca Labronica. A partire dal 2013 sono stati avviati ulteriori lavori di restauro per farne sede del museo civico e ampliare i locali della biblioteca."}]},{"address":"8 Via San Marco,Livorno","location":{"longitudeDelta":0.007859878242015839,"latitudeDelta":0.0056866443388372545,"latitude":43.555397238530055,"longitude":10.309157017618418},"media":[{"metadata":{"width":1000,"height":563},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2F20220117_073631.jpg?alt=media&token=ed256b57-4e0a-4b9b-9c74-2e29603640f8"},{"type":"text","content":"Il I Congresso del Partito Comunista d'Italia si tenne a Livorno il 21 gennaio 1921, in seguito alla scissione della frazione comunista al termine del XVII Congresso del Partito Socialista Italiano."},{"metadata":{"width":1000,"height":563},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2F20220117_073711.jpg?alt=media&token=73305d33-6f0b-406f-bf7e-0ca6dd91a25d"},{"type":"text","content":"Dopo il II Congresso del Comintern del luglio e agosto 1920, che aveva fissato i 21 punti da rispettare per entrare a far parte dell'Internazionale Comunista, si erano create nel Partito socialista forti divergenze sulle modalità e il grado di autonomia con cui applicare le direttive internazionali. Uno dei temi di maggiore contrasto fu quello dell'espulsione degli esponenti riformisti, espressamente prevista dai 21 punti ma osteggiata, oltre che dall'ala destra del PSI vicina a Filippo Turati, anche dalla maggioranza dei massimalisti che avevano vinto il precedente congresso\n\nA settembre l'ala sinistra del partito ottenne l'approvazione in Direzione di un ordine del giorno firmato da Umberto Terracini che proponeva il recepimento integrale ed incondizionato dei 21 punti, e con esso l'espulsione dei riformisti. Tale votazione, conclusasi con sette voti favorevoli contro cinque, delineò quelle che sarebbero state al successivo congresso le due frazioni principali, quella comunista pura, guidata da Amadeo Bordiga, e quella dei comunisti unitari di Giacinto Menotti Serrati[2]. La minoranza di destra del PSI avrebbe invece dato vita, con un convegno tenuto ad ottobre a Reggio Emilia, alla frazione di concentrazione socialista. A queste tre correnti si aggiunsero poi due componenti minoritarie, quella dei rivoluzionari intransigenti e quella della circolare."}]},{"address":"17102 Viale degli Avvalorati,Livorno","location":{"longitudeDelta":0.007859878242015839,"latitudeDelta":0.005686786339666128,"latitude":43.55389246036848,"longitude":10.311578717082739},"media":[{"type":"text","content":"La Fortezza Nuova è una fortificazione di Livorno.\n\nEssa rappresenta l'antico \"Baluardo di San Francesco\" della città pentagonale progettata da Bernardo Buontalenti ed in origine inglobava anche il \"Baluardo di Santa Barbera\", fino a quando non fu in parte smantellata per far posto al secondo accrescimento del quartiere della Venezia Nuova. Faceva parte del sistema difensivo posto a nord-est della città rappresentato dal simmetrico Forte San Pietro d'Alcantara e dal Rivellino di San Marco, posto tra le due fortificazioni, ove si apriva l'antica porta San Marco (piazza dei Domenicani)."},{"metadata":{"width":1000,"height":750},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2FIMG_20220109_111820_539.jpg?alt=media&token=8416cf26-34e0-4f3a-bb4a-7350a9a39235"},{"type":"text","content":"La costruzione delle Fortezza Nuova risale alla fine del Cinquecento, quando l'architetto Buontalenti fu incaricato dal governo mediceo di stendere un piano per la nuova città di Livorno. Intorno al 1576 l'architetto predispose un disegno per un abitato chiuso da una cinta muraria e da un sistema di fossi a forma pentagonale; tuttavia, il piano non indicava ancora la presenza di una fortezza vera e propria, ma si limitava al semplice tracciamento di un circuito fortificato continuo, caratterizzato da cinque bastioni ai vertici del pentagono e alla mezzeria del lato settentrionale, con il sesto ricavato dalla preesistente Fortezza Vecchia.\n\nNel 1577 furono avviati i lavori per la costruzione della città e del suo sistema difensivo, ma solo intorno al 1589 fu deciso di potenziare l'apparato militare con la realizzazione di quella che poi sarà chiamata Fortezza Nuova. Il progetto si deve alla collaborazione tra Buontalenti, Don Giovanni de' Medici e altri ingegneri quali Claudio Cogorano e Alessandro Pieroni. I lavori cominciarono nel gennaio 1590 con la cerimonia del getto della prima pietra (10 gennaio 1590) adattando due bastioni del progetto buontalentiano (quello di San Francesco, rivolto verso nord - est e quello di Santa Barbara, verso nord) e terminarono nel 1604.\n\nTuttavia, sul finire del Seicento il complesso fu in gran parte smantellato, riducendolo al solo Bastione San Francesco, al fine di ottenere nuove aree edificabili all'interno della città e smantellando circa 2/3 della superficie originaria. La trasformazione portò all'edificazione di un secondo sistema difensivo adiacente alla fortezza e a protezione del quartiere della Venezia Nuova: il Forte San Pietro.\n\nAdibita successivamente a caserma e magazzino, nel corso della seconda guerra mondiale la Fortezza Nuova fu duramente colpita dai bombardamenti aerei, che distrussero la maggior parte delle costruzioni interne. Successivamente ospitò gli sfollati del centro cittadino, per essere trasformata, in seguito, in un grande parco pubblico, con una suggestiva veduta sui fossi e sulla piazza della Repubblica."},{"metadata":{"width":1000,"height":750},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2FIMG_20220109_110451_452.jpg?alt=media&token=d9208de4-6bce-42de-a2e9-2cc69c610af0"},{"metadata":{"width":1000,"height":750},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2FIMG_20220109_105328_400.jpg?alt=media&token=844f593b-e121-4ebe-af95-23364edb84de"}]},{"address":"35 Piazza della Repubblica,Livorno","location":{"longitudeDelta":0.007301308214664459,"latitudeDelta":0.005282804906173055,"latitude":43.55274982871989,"longitude":10.31410301104188},"media":[{"metadata":{"width":900,"height":1600},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2F20220117_074948.jpg?alt=media&token=3ea4c0ab-0783-485d-8cf9-3951e14fc5ce"},{"type":"text","content":"La piazza della Repubblica è una delle più grandi (circa 18.000 m²) e senza dubbio tra le più caratteristiche piazze di Livorno. Di fatto costituisce un ponte tra il centro cittadino e i quartieri ottocenteschi sorti oltre il perimetro del Fosso Reale, tanto che da alcuni viene identificata come ponte più largo d'Europa.\n\nQui confluiscono alcune importanti strade, come via Grande, via Garibaldi, via de Larderel (si veda la voce Stradario di Livorno), che nell'Ottocento rappresentavano la principale viabilità cittadina. La piazza costituisce inoltre un cannocchiale prospettico verso la Fortezza Nuova e il quartiere della Venezia Nuova, con suggestiva veduta del Fosso Reale."},{"metadata":{"width":900,"height":1600},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2F20220117_075131.jpg?alt=media&token=17b0185a-7f66-4015-9bdf-3159e75360cd"}]},{"address":"227 Scali Aurelio Saffi,Livorno","location":{"longitudeDelta":0.007301308214664459,"latitudeDelta":0.005283041526318755,"latitude":43.55005041314534,"longitude":10.313118640333414},"media":[{"metadata":{"width":1000,"height":750},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2FIMG_20220112_075208_212.jpg?alt=media&token=84ae378f-b004-4c26-b140-7f165872654d"},{"metadata":{"width":1000,"height":750},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2FIMG_20220112_075301_336.jpg?alt=media&token=b61143f8-bd34-445d-9a8c-da2f3dfd4cf9"},{"type":"text","content":"In Italia, gli anni postunitari furono caratterizzati da una campagna per la riorganizzazione dei servizi che investì anche Livorno. Qui, dopo una prima riconversione di edifici acquisiti nel patrimonio demaniale, un impegno più consistente si ebbe solo sul finire dell'Ottocento, quando, grazie alla spinta del sindaco Nicola Costella, furono realizzate importanti opere pubbliche: tra queste, la più imponente ed impegnativa risultò certamente essere il Mercato delle vettovaglie, progettato da Angiolo Badaloni.\n\nL'area prescelta per la costruzione si inseriva in pieno centro cittadino, lungo il Fosso Reale, nell'area un tempo occupata dal complesso sistema fortificato mediceo e successivamente da un'arena per spettacoli diurni. I lavori iniziarono nel 1889-1890 e si conclusero rapidamente nel 1894; all'epoca tuttavia non mancarono critiche legate alla vastità e al costo (circa 4 milioni di Lire) dell'opera.[1]\n\n\nVeduta dal Fosso Reale\n\nSalone principale\nGiova ricordare che, secondo i racconti del pittore livornese Filippelli, intorno al 1909 il celebre Amedeo Modigliani ritornando da Parigi prese in affitto uno stanzone nei piani alti della costruzione del Mercato delle vettovaglie, angolo via Gherardo del Testa, e portandosi delle pietre si mise a fare scultura, realizzando alcune teste. Al suo ritorno in Francia, si racconta che queste opere siano state gettate nel Fosso Reale; fosso che, nel 1984, fu teatro del famoso ritrovamento di alcune teste fasulle, realizzate da alcuni giovani livornesi."}]},{"address":"1 Scali Saffi Aurelio,Livorno","location":{"longitudeDelta":0.007301308214664459,"latitudeDelta":0.005283257782757289,"latitude":43.54758319367801,"longitude":10.311245452612638},"media":[{"metadata":{"width":1000,"height":1333},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2FIMG_20220112_081641_002.jpg?alt=media&token=5b9d67ec-2a2b-4512-9e0a-e5a7bc1aa53f"},{"type":"text","content":"Piazza Cavour è una piazza di Livorno realizzata nella prima metà dell'Ottocento lungo il Fosso Reale, nell'area dello scomparso bastione del Casone. Qui convergono due importanti assi stradali rettilinei che congiungono piazza Grande a piazza Attias: via Cairoli e via Ricasoli (si veda lo stradario di Livorno)."},{"type":"text","content":"Su iniziativa privata sorsero quindi numerosi palazzi, tra i quali occorre citare il Palazzo Uzielli (nei pressi della piazza), il Palazzo Santoponte ed il Palazzo Gragnani. Il primo fu progettato da Riccardo Calocchieri lungo l'attuale via dell'Indipendenza ed è caratterizzato da due torrette belvedere disposte simmetricamente ai margini del piano di copertura. La costruzione di Palazzo Santoponte interessò invece un lotto lungo la nuova piazza ed i lavori furono affidati a Giovan Battista Picchianti, autore di diverse fabbriche per il nuovo quartiere: l'edificio, non si discostandosi dal linguaggio architettonico delle altre costruzioni avviate nella \"Città Leopolda\", è definito da un basamento in bugnato oltre il quale, in corrispondenza dell'ingresso principale, si apre un piccolo balcone.\n\nUn caso particolare è invece rappresentato dal Palazzo Gragnani, edificato dopo il 1837 sul lato orientale della piazza: il piano terra viene trattato mediante un rivestimento in bozze, mentre, ai piani superiori, le finestre sono inquadrate all'interno di un sistema architravato con colonne binate che riprende il tema della sovrapposizione degli ordini classici. L'edificio, rivestito in laterizio, è inoltre sormontato da una torretta ottagonale, un tempo utilizzata come piccionaia"}]},{"address":"72 Scali D'Azeglio,Livorno","location":{"longitudeDelta":0.007301308214664459,"latitudeDelta":0.005283249795368761,"latitude":43.54767432196883,"longitude":10.304513443261385},"media":[{"metadata":{"width":1000,"height":1333},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2F20220111_071546.jpg?alt=media&token=71e12863-b753-434e-ac7c-854c2eea841e"},{"metadata":{"width":1000,"height":1333},"type":"img","version":2,"content":"https://firebasestorage.googleapis.com/v0/b/freeguides-prod.appspot.com/o/assets%2Ftours%2FdEY1aLa82bhI9TmZRxK0%2FIMG_20220112_071733_840.jpg?alt=media&token=126a084f-651f-426c-b946-c5d02a885d6a"},{"type":"text","content":"Una veduta del Fosso Reale e del Ponte Nuovo, visti dagli Scali d'Azeglio. L'edificio sulla sinistra ospita l'Istituto Nautico Alfredo Cappellini."}]}]
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Daniel Wasilewsky
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